La scimmia gentile si precipitò a soccorrere il pesce che aveva visto annegare nel fiume.
Lo portò con sé tra i rami del suo albero.
Prima di spirare il pesce non potè nemmeno ringraziare la scimmia gentile per averlo salvato.
Questo era l’incubo ricorrente che accompagnava tutte le notti la scimmia nel suo sonno.
Poi un giorno incontrò Maestra Attenzione, Strega Empatia, e Frate Rispetto, che le insegnarono a parlare con gli Altri, e ad Ascoltarli.
Da allora in poi, la scimmia gentile diventò amica di tutti i pesci e quando voleva prendere un the con loro si armava di mascherina per respirare sott’acqua e partiva alla volta del fiume.
Quando aveva piacere di ospitare qualche amico sul suo albero, invitava le rane che non avevano problemi a stare per un po’ tra i suoi rami senza accusare la nostalgia del proprio fiume.
La scimmia gentile e i pesci e le rane del fiume vissero felici e contenti per moltissimo tempo.
Ogni tanto la scimmia andava a portare un fiore sulla tomba del pesce per fargli un saluto.
E per ricordare.
(brano tratto dal mio libro “Autobiografia di una psicologa”)