RIDERE IN SEDUTA

Me la cavo in fretta a scrivere questo post (e voi a leggerlo). Voglio solo dire una cosa: psycho-pazienti, guardatevi da psycho sempre serios*! Psycho-collegh*, se sorridete poco, eh…niente…ridete di più, anche con i/le vostr* Pazienti in seduta!

Non abbiate paura di riunire i finti opposti: pesantezza e leggerezza, gioia e tristezza, paura e coraggio, sconforto e consolazione, e tutti gli altri finti opposti che vi vengano in mente.

E’ forse ciò di cui ha maggiormente bisogno ogni Persona, e ancor più ogni Persona che chiede aiuto: ritrovare un senso alla complessità, riconnettere le parti-di-sé nell’Intero, ritrovarsi.

In seduta possiamo dare voce, movimento, accoglienza, ad ogni emozione, ad ogni pensiero, ad ogni pianto, ad ogni sorriso, ad ogni lacrima, ad ogni risata. Ovvio che non ci sarà mai derisione, svalutazione…o meglio, spesso accadrà che il/la Paziente cadrà in queste trappole, se gli/le sono abituali, ma noi psycho saremo lì pront* a tendere la mano per soccorrere la Persona che sta cadendo in trappola e tirarla fuori da questi meccanismi automatici di autocritica – e critica – eccessiva e dannosa. Se in seduta noi psycho per prim* sappiamo stare solo su un versante, e non navighiamo da un polo all’altro, portandoci dietro il/la Paziente, rischiamo di mostrare che solo uno dei due contrari è quello giusto, quello buono, invece proprio no, non è così! Certo che presteremo ascolto, che avremo delicatezza, che saremo insieme al/alla Paziente con la massima cura per i suoi vissuti, ma ciò non deve significare che non possiamo spaziare, esplorare le possibili chiavi di lettura, le diverse prospettive. Non dobbiamo temere che il/la Paziente non si senta rispettat* se abbiamo sempre come priorità il rispetto. E come ho detto/scritto in altre occasioni, anche noi psycho possiamo fare un passo falso, dire una parola sbagliata, o giusta ma al momento sbagliato, siamo psycho, mica robot! Però in seduta, abbiamo assolutamente modo e maniera per riparare. E’ sempre l’intento che conta, e quello si trasmette. Sono parole che dico sempre anche ai genitori (e a me genitore): non fossilizziamoci su una frase sbagliata, che sia uscita dalla nostra bocca o da quella di nostr* figli*: la Relazione buona che abbiamo costruito, e continuiamo a costruire, con le Persone di cui abbiamo cura, è il contenitore per tenere dentro cose belle e brutte, che possiamo meglio chiamare cose piacevoli e spiacevoli, cose desiderate e cose capitate senza che volessimo, cose temute e cose sperate, cose comunicate male e cose comunicate bene, cose, cose, e ancora cose…Tutto!

E nel Tutto, insomma, avete capito, non può succedere che, tra le mille possibilità, non si rida almeno qualche volta!

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